Giovanni Dusi: è evidente in Myriam la capacità come scrittrice

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Giovanni Dusi: è evidente in Myriam la capacità come scrittrice

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“A mio parere nei libri di Myriam non vi è trama, almeno secondo una aspettativa tradizionale.

Vi è un filo di continuità che unisce tutti questi libri: si ha come l’impressione che si tratti di un unico libro, una ininterrotta serie di pagine di un diario non importa se autobiografico, ovvero rispecchiando la vita dell’autrice.

Un diario in cui l’autrice va registrando negli anni, via via tutte le modificazioni della propria esistenza, la crescita della propria cultura. Il cammino di scoperta di se stessa, di parte dell’infanzia, passa attraverso la giovinezza vissuta in un ambiente provinciale per certi versi ‘arretrato’, lo stesso bisogno di uscirne, la rottura con questo mondo, fino alle esperienze milanesi, in particolare il contatto con la società degli artisti di Brera degli anni 50-60, che tanto affascinava Myriam. Da qui il cammino interiore, spirituale e intellettuale.

Ricordiamo l’importanza dell’incontro con una serie di personaggi, che affollano i suoi libri, rappresentanti proprio il punto di confronto, di rapporto con l’altro.

Importante è il recupero della memoria della propria storia.

C’è un elemento costante erotico-sessuale nei libri di Myriam.

Non sono d’accordo con quanto dice la Cambria a proposito di una corporeità felice nei libri di Myriam; secondo me c’è invece un fondo quasi drammatico nel modo in cui il sesso continuamente viene presentato, come fosse l’ultima sponda che la consola nell’angoscia dell’esistenza. Una vena di tristezza piuttosto drammatica nel modo di affrontare il problema sesso, così importante i questi libri.

Importante è il tema della morte, della rinuncia.

Eppure i grandi temi non bastano a fare letteratura: sono importanti, ma ciò che più conta è il modo in cui vengono poi espressi, il linguaggio-.

Come sottolinea Luciano Inga-Pin nelle sue note, è evidente in Myriam la capacità come scrittrice come sua qualità e come impegno. Sembra quasi che la realtà conti in quanto può essere descritta. E’ questo impegno di scrittrice che porta Myriam ad autorealizzarsi e autodefinirsi, a mettersi in rapporto con gli altri.

Non avendo conosciuto Myriam, se non in un breve incontro, non sono in grado di riscontrare una identificazione dei ruoli di scrittrice, persona, e Io narrante”.

Giovanni Dusi da “Il pianeta Myriam” Sala Goethe Verona 18/05/1998